Esiste dentro di te una struttura vitale semi autonoma che si nutre principalmente di carica emotiva negativa. Lo chiamerò corpo di dolore perchè è il nome con cui oggi è più conosciuta. In tempi e culture diverse ha avuto altri nomi: sé negativo, mitote, il parassita; la sostanza non cambia.
Hai presente quei momenti nella vita nel quale sapevi esattamente che ti stavi facendo del male e hai continuato a farlo? Magari rimanendo in una relazione tossica o mangiando schifezze senza riuscire a fermarti. Oppure un momento in cui ti sei sentita così arrabbiata che hai avuto il bisogno di litigare e gettare tutta quella energia violenta addosso a qualcun’altro?
Ecco, questi sono solo alcuni esempi di come il tuo corpo di dolore ogni tanto si manifesta. Può essere attraverso la rabbia, la tristezza che diventa una palude da cui non riesci ad uscire, la paura o una visione perennemente negativa delle cose.
E’ la parte di te che rema contro il tuo benessere, che desidera che la tua vita rimanga sintonizzata su frequenze più o meno basse. Puoi considerarlo come una pianta rampicante che è cresciuta attorno al fusto sano dell’albero che sei tu e che lentamente, senza che tu te ne accorga, ti sta soffocando.
Ovviamente questa parte di te non è sempre attiva, perlopiù rimane in uno stato latente, risvegliandosi quando si sente affamata o provocata. La puoi identificare come quell’insieme di carica emotiva negativa che fa sì che ogni tanto ti boicotti, che saboti le tue relazioni e le scelte più sane, che ti ammali quando devi andare in vacanza e via dicendo. Per sopravvivvere ha bisogno di nutrirsi e indovina qual’è il suo cibo? Dolore e sofferenza, ovvero esperienze di bassa vibrazione, proprio come la sua. Se non sono immediatamente disponibili li cerca o li crea portando scompiglio e confusione nelle tue giornate. E qui è quando ti ritrovi a litigare, a sbuffare, a lamentarti, a fare la vittima e vedere tutto nero.
Interessante vero?
Ho deciso di parlarti del corpo di dolore perchè credo che la prima maniera per modificare qualcosa sia riconoscere che quella cosa esiste. Ora sai che quando ti senti bloccata in un’emozione di costante infelicità oppure cerchi il dramma e lo scontro senza un reale motivo il tuo corpo di dolore è attivo e affamato. Saperlo, poterti guardare da fuori e riconoscerlo ti da il potere di fermarti e iniziare a modificare i tuoi atteggiamenti in maniera attiva. Osservo ogni giorno persone bloccate nei loro schemi e la prima cosa che è necessario modificare è proprio questa.
Fermati e osservati
Eckhart Tolle in questo libro ne parla così “il corpo di dolore, che è l’ombra tenebrosa proiettata dall’ego, in realtà, ha però paura della luce della consapevolezza. Ha paura di essere scoperto. La sua sopravvivenza dipende dalla vostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla vostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in voi. Ma se non lo affrontate, se non portate nel dolore la luce della vostra consapevolezza, sarete costretti a riviverlo ripetutamente. Il corpo di dolore può apparirvi come un mostro pericoloso che non potete sopportare di guardare, ma vi posso assicurare che è un fantasma inconsistente, il quale non può prevalere sul potere della vostra presenza.”
La sua maniera di gestire il corpo di dolore parte dall’indicazione di iniziare a vivere la vita in uno stato di consapevolezza costante, quella che lui chiama Presenza. Tutto questo è sicuramente utile certo. Io aggiungo che è necessario anche aumentare nella propria vita la carica emotiva positiva. Se il corpo di dolore si nutre solo di esperienze di sofferenza, collera, paura, dramma e lamentela per togliergli energia non basta solo diventarne consapevoli e distaccarsene, è necessario anche depotenziarlo nutrendosi attivamente di esperienze e emozioni positive. E questo forse è anche più facile e immediato da mettere in atto che imparare a essere costantemente presenti!
Come puoi iniziare allora a diminuire al massimo la carica emotiva negativa e aumentare quella positiva? E’ semplice…
Da oggi in poi dimostra amore a te stessa!
Ogni giorno onora il tuo corpo, strumento del tuo viaggio sulla Terra, prestando attenzione a come ti nutri, bevendo acqua a sufficienza, muovendoti e passando del tempo all’aria aperta.
Concediti esperienze di piacere: riposati, leggi un libro, balla, viaggia, lasciati abbracciare, guarda un tramonto e godi della sua bellezza. Chiediti cosa ti da piacere e fallo.
Ridi, divertiti, gioca, crea per te stessa esperienze di gioia. Questo è il modo più potente che conosco per ridurre ai minimi termini il corpo di dolore.
si lo conosco il modo più potente per riuscire a rendersi conto di cosa ci controlla:
1- più che inseguire energie positive è bene non disperdere quelle che naturalmente produciamo, quindi limitare energie basse come assunzione di alcolici, violenza (tg compresi), lamentele ecc ecc…
2- PERCEPIRE l’ emozione negativa quando si presenta staccandola dal motivo per cui si è creata e rendersi conto che è un qualcosa di diverso da noi, è staccata da noi, all’inizio è difficile e sembra solo un immaginazione ma col tempo diventa tangibile, ci siamo Noi e Lei…questo riduce il potere del corpo di dolore…il solo SAPERE che cè qualcosa di “appiccicato” a noi che ci spinge a fare quello che vuole lo scioglie.
Immagino che leggere queste parole senza averne avuto esperienza sembri fantascientifico ma vi assicuro che è così, e quando ci si accorge di questa specie di entità è l inizio della nostra libertà
Ho avuto un esperienza interiore per trauma cerebrale. Capisco ogni cosa. Ho sofferto in silenzio ogni cosa in una città del sud la guida c e stata ma io ho seguito me stessa vado lenta perché ho capito che e una costante continua che regala sorprese continue. Il silenzio totale e stato la mia forza a procedere sono silente e so che nulla può sbloccare nulla paola
Bell’articolo ma la “correzione” a Eckhart Tolle potevi evitarla. Cito testualmente : “Se il corpo di dolore si nutre solo di esperienze di sofferenza, collera, paura, dramma e lamentela per togliergli energia non basta solo diventarne consapevoli e distaccarsene” ecco, questa bacchettata ed uno che , senza offesa, ne sa un pò più di te me la sarei risparmiata. Detto questo complimenti
Grazie Luca. Preciso che non era una bacchettata, al massimo una integrazione.